Lettere a Neale

Caro Neale:

Per favore mi chiariresti qualcosa su cui sono confusa? Le donazioni. Ho fatto donazioni per anni quando ero in una chiesa fondamentalista, quindi so cosa vuol dire. Nell’ultimo anno ho donato almeno il 10 percento delle mie entrate lorde, la maggior parte a fonti di crescita spirituale. Moltissime delle diverse cose che ho letto sono in accordo sull’importanza di restituire almeno il dieci percento all’universo, ma sembra non ci sia consenso su dove darlo.

Tu hai anche parlato dell’essere la fonte di ciò di cui scegliamo di sperimentare in quantità maggiore. Quindi, se desidero più denaro nella mia vita, devo dare a chi ha meno di me. Fa parte delle mie donazioni, o è un extra? Voglio contribuire all’Habitat dell’Umanità, perché desidero possedere una casa. Di nuovo, dev’essere al di fuori delle mie donazioni, o è compreso?

E poi, se desidero possedere una casa, e ringrazio per il fatto che una casa sta per entrare nella mia vita, quanto devo essere specifica su ciò che vorrei? Le descrizioni dettagliate limitano Dio? Devo supporre che Dio sappia ciò che è il meglio per me? La vaghezza è utilizzabile da Dio/Universo? Di nuovo, mi arrivano messaggi diversi da posti diversi.

Dio ti benedica, Neale! Brenda

Neale Risponde

Mia cara Brenda,

Dio benedica anche te! Sai, fai alcune delle più importanti domande che riguardano l’applicazione pratica delle più elevate leggi spirituali nella vita quotidiana.

Innanzitutto, sulle donazioni. La ragione per cui le facciamo è la dimostrazione. Facendo donazioni sistematicamente dimostriamo ciò che riteniamo vero sul denaro, così come la nostra intera vita è una dimostrazione delle nostre verità su tutto. Le sole persone che fanno donazioni, che regalano denaro agli altri regolarmente, sono persone alle quali è molto chiaro che ne esiste di più nel luogo da cui il denaro proviene. Da questa chiarezza emerge la dimostrazione, e da questa dimostrazione emerge l’esperienza precisa di ciò su cui si ha chiarezza.

Ovviamente, torniamo dritti a quella vecchia domanda: cosa viene per primo, l’uovo o la gallina? Nel caso delle leggi universali, o ciò che io chiamo principi metafisici, la domanda ha una risposta. La dimostrazione precede sempre l’esperienza. Cioè, sperimenterai ciò che dimostri.

Ecco perché dico “Ciò che desideri per te stesso, dallo ad un altro”. Ma c’è una trappola. Se stai facendo qualcosa per produrre un risultato (ad esempio, fare carità per portare più denaro nella tua vita), allora non produrrai il risultato, e potresti anche rinunciare prima di iniziare.

La ragione di ciò è che la tua vera ragione per impegnarti nella dimostrazione dice una bugia su di te: vale a dire, che non hai tutto ciò che desideri proprio ora, e ne hai bisogno o ne vuoi di più. La verità che sta dietro, ciò che CcD Libro 1 chiama il tuo “pensiero promotore”, è ciò che produce la tua realtà. Quindi, indipendentemente da quanto dai, sperimenterai il non avere “abbastanza” e il “volere di più”.

D’altro canto, se stai facendo qualcosa come dimostrazione che il risultato è già stato prodotto (ad esempio, donare ogni settimana il dieci percento delle tue entrate come conseguenza del tuo profondo senso di conoscenza che per te c’è sempre abbastanza da condividere, che “ne esiste di più nel luogo da cui proviene”), allora avrai esperienze sempre più grandi di questa verità.

Ricorda, non stai producendo la verità, la stai riconoscendo. Lo vedi? Lo comprendi?

Non c’è una “regola” nell’universo sul livello al quale uno debba dimostrare per poter sperimentare una verità universale. Quindi la tua domanda sull’ammontare del tuo contributo in ritorno all’universo, non ha riposta. Nella mia vita, semplicemente dono dove e quando il farlo mi fa sentire bene e vero con me stesso. Non dono per poterne produrre “parecchio”. Regalo semplicemente notando che parecchio è già stato prodotto.

Le regole, così come l’obbligo severo di regalare il dieci percento dei tuoi beni terreni, sono per coloro che hanno bisogno di regole per applicare le verità basilari per vivere all’interno del paradigma delle comprensioni elementari, come la comprensione dell’abbondanza. Stabiliscono una disciplina. Propongono delle linee-guida. I Maestri sono la propria disciplina. I Maestri creano le proprie linee-guida.

Quindi, Brenda, ciò significa che puoi dare ciò che scegli di dare della tua abbondanza. Se vuoi restare nel rigido e ferreo dieci percento, includerei in quella cifra tutto ciò che dai per supportare il bene di un altro, incluso il contributo all’Habitat per l’Umanità. Ecco come ho fatto io alcuni anni fa. Ho stabilito una sommaria “divisione dei beni”. Alla mia chiesa: tre percento delle mie entrate ogni settimana; ad un’associazione per i Bambini (che voglio supportare), il due percento ogni settimana; al programma locale di assistenza medica per indigenti, il due percento ogni settimana; ad uno speciale fondo per famiglia ed amici quando hanno bisogno di aiuto, il due percento ogni settimana; a ciò che metto da parte per decisioni e scelte dell’ultimo minuto (come l’Habitat per l’Umanità), l’uno percento ogni settimana. Voilà. Ecco il tuo dieci percento!

La risposta alla seconda parte della tua domanda (dove chiedi della “vaghezza”) è di nuovo quasi la stessa cosa. Alcuni insegnanti dicono “Non limitare Dio essendo troppo specifico”. Altri dicono “Sii preciso su ciò che scegli!”. Capisco la tua frustrazione. Quindi ciò che ti dirò sarà di grande sollievo. Non ha importanza.

Guarda, Brenda, non è che Dio accetterà la tua richiesta solo se fatta secondo certi criteri, sai? Questo riporta ad antiche religioni che insegnano che esiste una sola via verso Dio, e tutto il resto di noi andrà all’inferno. Non è così. Grossa bugia. Lo stesso con questo.

Anche prima che tu chieda, Dio sa cosa desideri. Vuoi visualizzare qualcosa di generico, come “l’auto giusta e perfetta”? Ok. Vuoi essere precisa? Va bene comunque. Visualizza una grande auto rossa con gli interni neri. Vedi il design del cruscotto nell’occhio della tua mente. Figurati il numero del modello se vuoi. Ma ecco il trucco, ecco il segreto. Non appena “lo emetti lì” nell’universo, lascialo andare. Vale a dire, scollegati dal risultato. CcD, Libro 1 insegna che l’illuminazione non è lasciare andare tutti i desideri, evitare tutte le passioni, respingere tutte le scelte. E’ conservare la tua passione per qualcosa. In realtà ti incoraggia a fare così, per passione, il libro dice che è l’inizio della creazione; ma ci istruisce anche ad evitare di dipendere da un particolare risultato. Richiama ciò che scegli, dice CcD, e poi accetta ciò che l’Universo ti dà, con gratitudine e con amore, sapendo che è tutto perfetto.

E cerca anche di avere chiarezza su questo, Brenda: non c’è nulla che sia il meglio per te. “Meglio per te” è un termine relativo, che dipende da molti fattori, non tutti i quali potrebbero esserti noti. Pertanto, un Maestro non cerca mai di indovinare cosa è meglio per lui. Un Maestro semplicemente sa che ciò che è “meglio” è ciò che è ora.

Con amore,
Neale