Ricomporre il Sé
Una Nota da Neale…
Miei cari amici…
Mi sembra che la vita continui ad essere per quasi tutti un mistero che si rivela. Ci sono stati, e ci sono tuttora, dei veri Maestri che hanno tutte le risposte, che conoscono ogni soluzione, e che vivono la vita in continua pace ed armonia (indipendentemente da ciò che accade). Quindi sappiamo che raggiungere un tale livello di sviluppo personale e spirituale è possibile. Per la verità, ci è stato promesso da ogni grande religione. Eppure ho visto poche persone raggiungerlo “in un lampo”.
La mia osservazione è che per la maggior parte di noi la vita continui a rivelarsi uno strato alla volta. Ciò che noto è che il mondo è ancora pieno di cercatori. Nonostante tutta la saggezza che c’è la fuori, nonostante tutti i dati in tutte le enciclopedie, nonostante tutti i messaggi spirituali in tutti i libri sacri di tutte le religioni del mondo, nonostante tutte le profonde intuizioni offerteci dalle filosofie del mondo — nonostante tutto ciò, ancora non abbiamo alcuna idea su molte cose riguardanti la vita che stiamo vivendo.
E allora cerchiamo dei cartelli indicatori. Cerchiamo intuizioni. Ci guardiamo l’un l’altro per avere suggerimenti su come passare attraverso tutto questo, su come cavarcela, su come andare avanti. E se siamo fortunati, abbiamo una relazione — una relazione personale — con Dio.
Se siamo fortunati, abbiamo la capacità di rapportarci a questa Fonte di Saggezza che esiste nell’universo. Se siamo molto fortunati, riusciamo ad interagire con questa fonte, a sperimentarla come un amico, ad esser capaci di utilizzarla come risorsa.
Io sono stato abbastanza fortunato da farlo, e quindi mi sono state date molte risorse e molti segnali indicatori che mi hanno aiutato lungo il cammino e che mi hanno fatto sentire più a mio agio con me stesso e con l’intera esperienza della vita di quanto fossi mai stato prima, ora che sono nella mia settantina.
Ho avuto l’occasione di osservare e ricordare tantissime cose, e ho sfidato me stesso nel mettere tutto quanto insieme negli ultimi quindici anni della mia vita, e a creare un approccio olistico nella mia esperienza quotidiana.
Per tutta la vita ho voluto sapere in che modo vivere come persona completa — che è il primo passo per sperimentare l’Unicità in tutta la Vita. In passato ho sperimentato me stesso, in un certo senso, “spezzato”. E cioè, una parte di me andava in una direzione, una parte di me andava in un’altra, e una terza parte di me stava cercando di andare in entrambe le parti contemporaneamente! Mi sono sentito “lacerato” molte volte nella mia vita.
Non ho dubbi, è questo senso di me fratturato che mi ha fatto vivere una vita che fino agli anni più recenti era tutt’altro che armoniosa, tutt’altro che facile, tutt’altro che pacifica. Non che io l’abbia vissuta in modo particolarmente terribile, beninteso, ma la mia vita ha sicuramente avuto più sfide, più delusioni, più momenti profondamente infelici di quanti ne avessi bisogno. E, mi dispiace dirlo, più momenti in cui ho reso profondamente infelici altre persone di quanto avessi mai immaginato di fare.
Ma la vita è fatta per essere felice, e non ci dovrebbe davvero essere altra ragione perché sia altrimenti. Sicuramente, non c’è ragione per cui la vita debba essere un’esperienza di infelicità continua. Ma quando viviamo come persone spezzate, cercando di servire due maestri e tre programmi e quattro diversi pensieri di quattro diverse persone su chi si suppone che noi siamo, la vita può diventare davvero molto stressante ed infelice.
Quindi l’invito della Vita è di “ricomporre” noi stessi, per diventare di nuovo interi. Nelle prossime settimane esploreremo i modi in cui tutti noi possiamo farlo, da ciò che sono arrivato a capire nelle mie Conversazioni con Dio. Spero deciderete di rimanere con noi.
Abbracci & Amore,
Neale
Domanda & Risposta
Smetti di porre aspettative su te stesso
Caro Neale… La ragione per cui ti scrivo è che ho letto i tre libri di Conversazioni con Dio, e anche Felici più di Dio. Ho sempre cercato di mettere tutto in pratica, e ci sono giorni — quasi tutti — in cui mi sento tremendamente felice e positiva, e cerco sempre di aiutare ed incitare gli altri intorno a me, fino al punto di sembrare un po’ ridicola, e allora penso che vada tutto bene.
Detto ciò, ci sono giorni in cui mi sento così triste e scoraggiata dal mondo esterno. Fin da quando ero piccola ho pregato Dio perché mi desse un compito o uno scopo speciale per illuminare il mondo, ma non ci vedo molto chiaro qualche volta.
Sono una cantautrice nascente, e fino ai 23 anni sono sempre stata molto motivata nel realizzare il mio sogno — che è condividere la luce col mondo, tramite la musica. Tutto iniziava a fluire, avevo anche aperto una fan-page su Facebook sulla quale avevo moltissimi seguaci, e anche i miei genitori mi aiutavano economicamente, mi trasferii da sola dal Messico agli USA, iniziai a prepararmi professionalmente, poi incontrai mio marito, che amo davvero con tutto il cuore, e che c’è sempre stato per me e per il mio sogno.
Ora ho 26 anni e sento che il sogno sta svanendo. Sento che deluderò tutti. Mi sento solo intrappolata nel processo quotidiano della vita. A volte sento di non aver voglia di fare niente del tutto e mollare. A volte sento di non ascoltare Dio come dovrei. Mi sento davvero stanca. E’ come se volessi solo dormire… sento che è inutile, è difficile, e non sono abbastanza forte.
Mi è capitato di leggere Felici più di Dio, e uno dei miei dubbi è che hai detto che anche Gesù ha dimenticato nel mezzo della sua sofferenza, ma leggendo la Bibbia, lui ha sempre lasciato tutto al volere di Dio. Quindi sono un pochino confusa. Dovrei semplicemente aspettare il “volere di Dio”?
In cuor mio sento davvero che fare ciò che Lui si aspetta da me mi renderebbe felice, ma so anche che Lui sa cosa voglio davvero fare in questa vita. Grazie molte per l’attenzione! Rocio
Neale Risponde
Mia cara Rocio.. Grazie per avermi scritto. Potrebbe esserti d’aiuto sapere che nella mia vita ho avuto esattamente le stesse esperienze di cui mi parli. Anch’io mi sono domandato “Qual è il mio sentiero?”, anch’io mi sono chiesto “Qual è il volere di Dio?”, anch’io ho sentito che proprio non ero abbastanza forte, che era tutto inutile, che era troppo dura, che non ce la facevo, volevo solo andare a dormire e dimenticare tutto.
Quindi la prima cosa che voglio dirti è: Non prendertela se a volte hai questo tipo di esperienze. Anch’io a volte mi sento “intrappolato nel processo quotidiano della vita”, come hai descritto perfettamente tu.
Ora… come suggerimento… lascia che condivida con te che la prima cosa che ho imparato a fare è stato smettere di avere aspettative su me stesso che il servizio al mondo, e i doni che portavo al mondo, dovessero essere “in un certo modo”.
Non devo scrivere libri best-seller, o attrarre un vasto pubblico alle mie conferenze, per sperimentare che sto facendo ciò che sono venuto a fare sulla Terra. Non deve per forza essere in un certo modo.
Ciò che sono venuto a fare è sperimentare, e poi condividere, l’Espressione della Divinità — e questa può avere molte forme. Non dev’essere, per me, scrivere libri, e per te, scrivere canzoni e fare spettacoli. Il programma della mia Anima non ha niente a che fare con il modo in cui influenzo gli altri, e tutto a che fare col modo in cui influenzo me stesso.
Questo significa che non sono venuto qui a fare qualcosa di specifico in senso fisico, come cucinare un dolce divino, o scrivere un libro divino, o cantare una canzone divina. Sono venuto qui a fare qualcosa di specifico in senso spirituale, come esprimere e sperimentare un Essere Divino… in me, come me, e attraverso me.
Per dirla direttamente: sono venuto qui per esprimere Dio, in me, come me, e attraverso me.
Quando stabilisco questo obiettivo, mi si apre sempre un modo per porre questa espressione nel mondo fisico. Potrebbe venirmi in mente un’idea per un libro, e potrebbe arrivarmi un’opportunità per pubblicarlo. Questa si chiama ispirazione, ed è il modo in cui inizia la vera creatività.
In inglese la parola “inspiration” ha un doppio significato (= inspirazione/ispirazione – n.d.t.). In medicina, l’ “inspirazione” è un respiro verso l’interno. Credo che un’ “ispirazione” sia un “respirare dentro” Dio.
Quindi per ora non preoccuparti di “farcela” come cantautrice. Ti suggerisco di focalizzarti, invece, su come va col Programma dell’Anima. Ciò non significa smettere di pensare alla tua musica. Significa smettere di preoccupartene. Lascia semplicemente che sia. Come ha scritto Paul McCartney nella sua famosa canzone, semplicemente let it be.
Se ti arriva un’idea per una canzone, provaci. Scrivila. Abbozzala. Rendila reale. Ma fallo senza pressione, senza “bisogno” che “ne venga fuori” qualcosa. Semplicemente “lascia che sia”. Quando hai un certo numero di queste canzoni, vai in uno studio di registrazione locale e lascia una demo. Vedi cos’hai. Lascia che sia.
Nel frattempo, segui il Programma dell’Anima. Nella tua vita quotidiana, nella tua relazione, in tutte le tue interazioni umane, muoviti più pienamente che puoi nell’espressione della più elevata versione del tuo Sé più amorevole. Con tuo marito, con le persone al supermercato, con quelli che incontri per strada, e con tutto il mondo. E soprattutto con te stesso.
Per favore leggi il libro L’Unica Cosa Che Conta (in uscita prossimamente in Italia – n.d.t.) che ti darà una comprensione ancora più profonda di ciò che sto dicendo qui. Poi leggi Ritrovare La Luce, un libretto che parla in modo diretto dell’argomento del vero Lavoro della Vita. Queste due pubblicazioni dovrebbero aiutarti molto!
Possa tu sperimentare l’amore che è Dio scendere su di te ora, rimanere dentro di te in eterno, e fluire liberamente attraverso di te verso tutte le persone di cui toccherai la vita.
Umilmente tuo,
Neale