A cosa servono i chakra

Una Nota da Neale…

Miei cari amici…

Lo sapevate che i chakra del corpo hanno una funzione ed uno scopo che la maggior parte della gente non comprende? Settimana scorsa in questo spazio abbiamo dato una prima occhiata all’esperienza umana del “desiderio” come strumento di consapevolezza. La nostra esplorazione dell’argomento continua questa settimana descrivendo questa sensazione in un modo che apre le porte ad una maggior comprensione dell’uso e della funzione, dello scopo e del ruolo dei chakra del vostro corpo. Negli anni si è sentito molto su questi centri del nostro corpo, ma raramente, o mai, si è saputo come “operano”, o perchè sono lì. Usiamo l’esperienza del “desiderio” per darvi un’occhiata.

Sebbene il desiderio sia un processo mentale, può, come tutti i processi mentali, produrre esperienze fisiche. Il desiderio può produrre una sensazione allo stomaco; è quella che potremmo chiamare “smania” o “nodo allo stomaco”. Un desiderio profondo può anche causare un dolore sordo in quella zona. Ciò avviene perchè il desiderio è una forma di energia, e c’è un centro energetico nell’area del corpo dove è localizzato lo stomaco. Questo centro energetico è chiamato chakra, ed è uno dei sette chakra principali del corpo.

I centri energetici trasportano lo spirituale sul piano fisico, l’invisibile nel visibile, o, più in generale, ciò che viene pensato in ciò che viene percepito.

In breve, i chakra sono i meccanismi che trasformano la Conoscenza nell’Esperienza.

E’ affascinante il fatto che, nonostante quanto siano vitali questi centri energetici, milioni di persone non ne siano affatto consapevoli, o non credano nella loro esistenza. Esistono, e possono essere utilizzati per portarci l’esperienza fisica della nostra identità spirituale. Ciò è possibile lavorando con l’energia (quella che viene definita chi o ki o Qi in alcune tradizioni orientali).

Ecco come lavora l’energia:

Il desiderio profondo è una forma di energia. E’ un pensiero, creato nella Mente. E’ una formulazione energetica fisica. E’ la tua personale informazione — o, più precisamente, sei TU, in formazione.

Tu sei un essere tripartito: Corpo, Mente, e Spirito. Ciò che conosci nello Spirito lo desidererai nella Mente, e sperimenterai quel desiderio nel Corpo. Ad esempio, tu sai nello Spirito di essere Uno col tutto. Quando diventi auto-consapevole, divieni consapevole di ciò che il tuo Spirito Sa. Poi lo desidererai nella Mente, e sperimenterai questo desiderio nel Corpo.

E’ funzione dei tuoi centri energetici traslare la Conoscenza dell’Anima nell’Esperienza del Corpo. Una Mente pienamente consapevole lo fa in modo puro, senza distorsioni. Una Mente che non sia pienamente consapevole può, in virtù del suo stato di sonno, in virtù della sua smemoratezza, distorcere la Pura Energia della tua Vera Conoscenza, producendo un’esperienza fisica non Pura.

E’ attraverso il sistema dei chakra del corpo che l’Energia della Vita scorre, fisicalizzando la spiritualità durante il processo. Il sistema dei chakra lo fa trasmutando una forma di energia in un’altra. Questo processo di trasmutazione è ciò che alcuni di voi definiscono trasformazione.

Quindi, l’energia non-fisica di un desiderio profondo e triste può produrre l’energia fortemente fisica di un cuore in pena. Non sto parlando in metafora. Mi riferisco ad un reale dolore fisico.

Per contro, un desiderio positivo e felice può produrre un innalzarsi e ravvivarsi dei sensi fisici, che dà luogo ad un effettivo miglioramento della salute fisica. Non è inconsueto che una persona provi un benessere generale quando sperimenta un desiderio positivo. Il desiderio di incontrare il proprio Dio, o una profonda devozione verso l’Essere Divino e il Principio Divino, è un buon esempio. I Maestri (come Paramahansa Yogananda) ci hanno detto che vivere con un tale desiderio produce pace interiore e benessere fisico.

Infine, desiderare la Divinità conduce all’Esperienza Sacra, poichè il desiderio produce sempre l’esperienza che desidera.

Abbracci & Amore,

Neale

P.S.: i pensieri esposti sono tratti da The Holy Experience, un libro completo (in inglese) che potete scaricare gratis da www.nealedonaldwalsch.com. Cliccate semplicemente sull’icona Free Resources (risorse gratuite).

Domanda & Risposta

Possiamo davvero ‘non aver bisogno di nulla’?

Caro Neale… Nei tuoi libri Dio afferma che non abbiamo bisogno di nulla. E’ un’idea fantastica. Quando non abbiamo bisogno di nulla siamo davvero liberi da preoccupazioni ed ansietà. Abbiamo la pace della mente. Ma è realistico? Si, posso capire che non necessitiamo di nulla per esistere. La vita continua per sempre. Non ho paura della morte. In fin dei conti la morte è una meravigliosa esperienza. Ma esistono cose molto più orribili della morte, come morire lentamente di fame e vivere senzatetto, cose di cui hai avuto esperienza. Come riuscire a raggiungere quel meraviglioso stato di non bisogno, sapendo che il corpo ha  bisogno di certe cose per evitare di soffrire? Il tuo amico Ned.

Neale Risponde

Caro Ned… Prova ad assestarti sull’aver bisogno di “quasi nulla”. Ovviamente, si può discutere (lo hai appena fatto) sul fatto che gli umani abbiano bisogno di determinate cose per evitare la sofferenza. Ma di quanto hanno bisogno? Questo è il punto. Di quanto abbiamo davvero bisogno? Esaminare attentamente la questione ti può dare una prospettiva completamente nuova sulla vita. Può cambiare la tua percezione dell’esperienza quotidiana.

Allora assestati sull’aver bisogno di “quasi” nulla, Ned, e vedi se ciò non ti porta di un passo più vicino alla verità di Dio. Il fatto è che non abbiamo bisogno di nulla per sopravvivere, come dici tu. Ora, se vuoi esistere in una certa forma, o in un particolare modo, puoi esserti costruito l’idea di aver “bisogno” di determinate condizioni di esistenza per poterlo fare. Tuttavia, penso che scoprirai che queste condizioni sono minime. E più invecchio, Ned, più queste condizioni diventano minime — mi viene da domandarmi come abbia potuto pensare per anni che tutte quelle cose mi fossero “necessarie” per poter essere “felice”.

Aggiungerei anche questo, Ned: “Sofferenza” e “dolore” non sono la stessa cosa. Il dolore è un’esperienza oggettiva di malessere fisico e/o emotivo. La sofferenza è il tuo pensiero al riguardo. Se stai bene con qualsiasi dolore tu possa avere, se sei in pace con questo dolore, per capirci, allora non soffrirai. Sperimenterai il dolore, però non dovrà essere “sofferto”, ma solo sperimentato. Le due cose non sono uguali. Chiedi ad una qualsiasi donna che abbia partorito con gioia.

Ciò è vero sia per il dolore fisico che per quello emotivo. Uno può sperimentare il dolore della perdita, ad esempio, senza soffrire. Il dolore va bene. E’ una buona cosa. Ci informa sulla nostra umanità; ci dice cosa significa qualcosa per noi. Ma non dobbiamo soffrire per il dolore, dobbiamo semplicemente sentirlo. Sentire il dolore e permettergli di “essere” — senza opporgli resistenza, ma notandolo, onorandolo, e lasciando semplicemente che sia, a dirci ciò che deve dirci a proposito di noi stessi — è una pratica spirituale che può guarire e risolvere ogni sofferenza.

Con Amore,

Neale

P.S. Ci vediamo con Neale a Bologna sabato 17 novembre? Clicca qui — a presto, Steve

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