Una Nota da Neale
Ancora sulla Contentezza
Miei cari amici…
Due settimane fa in questo spazio abbiamo parlato dei primi due passi verso la Contentezza: l’Abbandono e la Necessità (o Requisito). Questa settimana vedremo i tre finali: lo Scontento, la Discussione e il Discernimento.
Lo Scontento
La libertà è il normale stato dell’anima. Libertà è ciò che l’anima è. La parola Libertà e la parola Dio potrebbero essere intercambiabili. Dio è l’essenza della libertà, per definizione. La Libertà è quella qualità dell’essere che non conosce limiti, che non è legata da restrizioni, e sulla quale non può esser posto alcun tipo di requisito.
A Dio non viene richiesto di essere, di fare o di avere alcunché. Nessuno può esigere qualcosa da Dio. Ciò perché Dio è l’Onnipotente, il Creatore, e ad un Essere simile non può essere imposto alcun requisito. Chi farebbe la richiesta?
Il più grande segreto della vita è che nemmeno a voi viene richiesto di essere, fare o avere niente. E questo perché siete stati fatti “ad immagine e somiglianza di Dio”. Siete onnipotenti, siete il Creatore, e ad un Essere simile non può esser imposto alcun requisito.
Anche se Qualcuno potesse (Dio, presumibilmente), non c’è nessuno che lo farebbe. Cioè, Dio non lo farebbe. Perché? Perché non c’è niente che Dio voglia da voi. Non c’è niente di cui Dio abbia bisogno per poter essere felice. Dio ha tutto, perché Dio E’ tutto. Non c’è niente che Dio non sia — quindi cosa potrebbe forse volere, esigere, di cosa potrebbe aver bisogno Dio?
L’anima lo sa. Questa è logica impeccabile, e quindi, a qualche livello, anche la mente lo capisce. Ma potrebbe essere ad un livello molto alto — un livello di pensiero (e di ricordo) al quale la mente non risale istantaneamente molto spesso, dopo la nascita. Poco dopo la nascita la mente abbandona ciò che pensa di sapere e di capire sulla vita, perché tutto nel suo ambiente esterno testimonia qualcosa di diverso. Così la mente abbandona il suo Ricordo Più Elevato: quello della sua Unità con L’Essenza, e del suo Essere Uno con Tutto Ciò che E’.
Potrebbero volerci anni (e solitamente è così) perché la mente ricordi di nuovo questa verità — e ancor più per viverla. Soprattutto quando al giovane Essere viene detto dai primi momenti dopo la nascita fino ai primi anni di sviluppo che si, è separato da Ciò Da Cui Proviene… e che c’è un requisito che deve essere soddisfatto prima che vi possa ritornare. Ritornarvi è ciò che desidera fare, così il giovane Essere cerca seriamente di capire e di soddisfare quei requisiti.
L’unico problema, l’anima lo sa ad un qualche livello molto profondo, e l’anima capisce perfettamente, è che l’idea di un Requisito posto perché l’Essere possa sperimentare Dio (e ancor più ritornare a Dio) è falsa. E’ falsificata. Semplicemente non è il modo in cui sono le cose. E così, per il resto della sua vita, l’Essere sarà in conflitto tra quello che sa interiormente (nella sua anima) e quello che gli viene detto, e quindi pensa di sapere, esteriormente (nella sua mente).
Interiormente l’Essere capisce di essere la Libertà Stessa (ecco perché tutti gli esseri sulla Terra desiderano essere liberi. E’ la loro Natura Essenziale… e lo sanno). Esteriormente all’Essere viene continuamente detto che non è libero, ma che deve fare o non fare determinate cose per poter tornare a Casa, per poter sperimentare il suo Vero Sé e la sua intrinseca Unità con Dio.
Percorrendo il sentiero della Vita, l’Essere sperimenterà continuamente questo conflitto, ed incontrerà continuamente un incrocio che ben presto gli diventerà molto familiare. L’Essere o si arrenderà a ciò che gli viene detto, o sarà scontento di ciò che gli viene detto.
Lo Scontento è la terza tappa sul cammino verso la Contentezza.
Lo Scontento è il segnale che l’anima sta iniziando a prendere il posto della mente, che ciò che l’anima sa di sapere sta iniziando a diventare più importante di ciò che la mente pensa di sapere.
Lo scontento non è un’emozione negativa. E’ un segnale di crescita molto positivo. Lo scontento è l’inizio della ribellione, e la ribellione è l’inizio della saggezza. Ogni paese libero, e ogni uomo libero, è iniziato con lo scontento. La saggezza risiede dall’altra parte di “no, grazie”.
Lo scontento è la nascita della saggezza. E’ sempre così.
L’Essere che si arrende a ciò che gli viene detto sul Mondo Esterno e su “com’è” potrebbe rimanere alla Seconda Tappa sul sentiero verso la Contentezza — il requisito — per sempre. Quell’Essere non sarà mai davvero felice, poiché non conosce mai davvero la libertà, e la libertà è l’essenza di ciò che è. E quindi l’Essere non conoscerà mai davvero Se Stesso — e questo è ciò che è venuto a fare qui. Anche questo lo sa intuitivamente, e quindi l’Essere sarà molto infelice, totalmente scontento.
Cercherà di rendere felice se stesso. Potrebbe anche esser capace di convincere se stesso che dovrebbe essere felice, perché, dopo tutto, sta facendo la cosa giusta. Sta lavorando duro per soddisfare il requisito che Dio ha imposto a tutti quelli che vogliono ritornare a Lui. (Il fatto che questi requisiti siano impossibili da soddisfare potrebbe anche portarlo a costruire un po’ di scontento. Ma la persona che si è arresa alla Storia Culturale raccontatagli dal suo Mondo Esterno reprimerà questo scontento — o, tipicamente, ri-dirigerà questo scontento ed inizierà a non sopportare altri, che non accettano la Storia Culturale).
Quindi il conflitto interno si trasformerà in conflitto esterno, con l’Essere che rifiuterà il conflitto all’interno di sé a favore del conflitto con coloro all’esterno di sé. Questo è sempre molto più facile da gestire e molto più facile da giustificare.
Il mondo ora è in conflitto al proprio interno esattamente per questa ragione. Poiché la gente del pianeta come un tutt’uno si sta ora muovendo attraverso il proprio collettivo processo di evoluzione. Cioè, l’intera specie chiamata homo sapiens ora è arrivata all’incrocio. La specie evolve ad un ritmo molto più lento dei suoi membri individuali. Ci vogliono diverse generazioni per una specie per fare anche un solo passo avanti. Molti membri individuali devono fare passi da gigante perché la specie come un tutt’uno possa fare un piccolo passo. Ecco perché si dice, ed è vero, che ogni lavoro personale dell’individuo eleva l’intera umanità.
Discussione
Una volta che l’Essere ha raggiunto la terza tappa dello scontento, ha creato un campo di energia all’interno del quale può aver luogo la discussione. Se lo scontento è la nascita della saggezza, la discussione è la sua prima crescita. La saggezza cresce quando inizia la discussione.
L’Essere — incoraggiato dal suo scontento — inizia a discutere con la Storia Culturale che gli è stata detta, e spesso con coloro che gliel’hanno raccontata: genitori, insegnanti, anziani, ministri del culto, rabbini, e, durante i primi stadi della crescita, quasi tutti i personaggi autorevoli.
Discutere con l’autorità è un Rito di Passaggio del giovane, e quasi tutti gli Esseri sul cammino della Contentezza fanno questo passaggio. Di nuovo, la discussione non dev’essere un’emozione o un’esperienza negativa. Argomenti ragionati possono essere la porta verso una consapevolezza più elevata. In realtà, lo sono quasi sempre — per le persone da entrambe le parti del dibattito.
Ovviamente, con l’essere umano individuale la discussione ha luogo internamente. La discussione è, in prima istanza, un processo interno… una tappa verso la Contentezza. Uno inizia a discutere con la propria Storia Culturale. L’anima inizia ad azzuffarsi con la mente. E’ una rissa tranquilla, poiché l’anima non lotta mai e non si oppone mai, ma ama sempre e basta. E così l’anima inizia ad amare la mente in una Comprensione Più Vasta.
La discussione interna con la verità esterna è sempre un buon segno, una meravigliosa indicazione di crescita. E’ solo quando avviene la discussione che le scelte possono essere fatte. Le scelte, naturalmente, sono le decisioni che uno prende riguardo a quale delle conclusioni interne dell’Essere abbraccerà. E’ giusta la Storia Culturale, o è giusto il mio Sapere Interiore?
Qui stiamo parlando della Storia Culturale su tutto. Su Dio. Sulla Vita. Su Come Sono le Cose. Su Ciascun Altro. Su tutto.
Lasciate che vi faccia un esempio. Su questo pianeta viene detta una Storia Culturale sulla bellezza fisica, e sulla corporatura. Ora da qualche parte dentro di noi sappiamo tutti che questa Storia Culturale è solo quello — una storia che qualcuno ha detto e che la gente ha preso per buona. Da qualche parte nel nostro profondo comprendiamo perfettamente che questa Storia Culturale e Come Sono Le Cose non ha niente a che fare con la realtà ultima. E’ semplicemente la nostra realtà creata, e possiamo darla per buona oppure no, come vogliamo.
Ora entriamo in una discussione interna sull’argomento:
“E’ vera!”
“Non è vera!”
“E’ vera!”
“Non è vera!”
“E’ vera!”
“Non è vera!”
“Okaaaaay! Non è vera! Ma allora????“
Discernimento
La tappa finale sulla strada verso la Contentezza è il discernimento. E’ quando smettiamo di discutere e finalmente distinguiamo, o conosciamo la differenza tra, ciò che è Vero e ciò che è Non Vero.
Ovviamente, la “verità” non esiste. Non esiste una cosa come la Verità Oggettiva. Una cosa è vera solo se è vera per te. La verità soggettiva è l’unica verità che esista. Il discernimento è l’esperienza di risiedere nella propria verità — e rimanere lì, nonostante la “prova” contraria di tutta la realtà esterna.
Sappiamo che la paura è la Falsa Prova, che Appare Reale. La paura sorgerà ogniqualvolta qualcuno fa un passo verso il discernimento. Nei primi stadi del discernimento, è naturale dubitare di noi stessi e interrogare la nostra conoscenza intima. Questo è lo stadio finale della discussione, un superstite dalla precedente esperienza interna. Alla fine, per colui che è davvero tenace, il discernimento vince. Sappiamo di sapere, e sappiamo che lo sappiamo.
Il discernimento è la vittoria dell’anima sulla mente, dell’interiore sull’esteriore, della verità interna sulla realtà esterna, dell’Unica Storia Che Esiste sulla Storia Culturale che ci è stata detta.
Il discernimento è sapere che la bellezza è negli occhi di chi osserva — e che Dio osserva la bellezza in tutto. Discernimento è conoscere la differenza tra il mito esterno e l’esperienza interna. Esternamente, ci viene detto che Dio e noi siamo separati, e che c’è un requisito che dobbiamo soddisfare per poter ritornare all’Essenza. Interiormente, sappiamo intuitivamente che Dio e noi siamo Uno, e che niente ci viene richiesto per sperimentarlo. Niente.
L’esperienza è nostra ogni volta che lo vogliamo. L’amore di Dio è nostro ogni volta che lo abbracciamo. Il perdono di Dio è nostro ogni volta che lo accogliamo — benché non sia per nulla necessario, poiché Dio non può essere danneggiato in alcun modo. E la saggezza di Dio è nostra ogni volta che la affermiamo.
Ed ecco il grande segreto: Tutto questo può essere nostro ogni volta che lo condividiamo.
E’ il condividere qualsiasi cosa a darcene una vera esperienza, e non esiste un altro modo.
Con Amore,
Neale