Cos’è una ‘Revisione della Vita’?
Lettere a Neale
Caro Neale,
Grazie mille per “Accanto a Dio”!! Finalmente le mie esperienze con la morte e i moribondi sono state confermate. Sono stata un’infermiera per 30 anni e ho lavorato con le persone morenti per molti di quegli anni. Essendo presente più e più volte con la gente a questo sacro evento, sono stata testimone di cose notevoli.
Ci sono così tante storie che potrei raccontare, ma che non condivido perchè la gente penserebbe che me le sto inventando. Sono stata educata in una casa di genitori atei. Parlare di Dio o di religione provocava la punizione. Mi diplomai alla scuola per infermiere ed il mio primo incarico fu al reparto Oncologico. I pazienti erano lì per curarsi o per morire. In quel periodo non avevo avuto esperienze con la morte o con i morenti, e nemmeno basi spirituali. Era un gran dono essere lì!
Lentamente, iniziai a scoprire il miracolo della morte. Mi portò a Dio e alle mie attuali credenze spirituali. Non ho paura della morte e mi emoziona vedere tutte quelle persone amate dall’altra parte.
La mia domanda riguarda i passaggi immediatamente dopo la morte. Il primo, come ho capito, è diventare consapevoli di lasciare il corpo e realizzare che la vita è andata avanti. Il secondo è sperimentare qualsiasi cosa crediamo che accada dopo la morte.
Nelle mie letture sulle esperienze pre-morte, le persone hanno affermato di aver avuto una revisione della vita, subito dopo la morte. Tutti gli eventi della loro vita gli sono passati davanti, come un film, e li hanno ri-sperimentati dalla prospettiva degli altri. Quindi, se un nostro comportamento ha ferito qualcuno, sentiremo il suo dolore; allo stesso modo, se abbiamo aiutato qualcuno, sentiremo la sua gratitudine. Nelle tue conversazioni, si è parlato della revisione della vita? E’ qualcosa che succede? O succede solo a chi pensa che succederà?
Nikki
Neale Risponde
Cara Nikki,
ACCANTO A DIO descrive essenzialmente la stessa esperienza che hai appena descritto. Per favore leggi il capitolo 30. Troverai quanto segue…
Immagina adesso una stanza più ampia in cui le parti
del murale che hai guardato mentre percorrevi il Tunnel del
Tempo sono fissate alle pareti. L’intero murale non è lì, ci
sono solo alcune parti, solo le sezioni su cui ti sei
concentrato quando hai attraversato il tunnel.
Queste immagini, adesso, sono appese alle pareti come
in una mostra d’arte, e tu cammini in questa “galleria
d’arte” lentamente, esaminando le figure una alla volta.
Mentre esamini queste figure a fondo, sperimenti tutto ciò
che sta accadendo nell’immagine. Non solo quello che sta
succedendo a te, ma anche quello che sta accadendo a
tutti gli altri nell’immagine.
Queste figure rappresentano ognuno dei momenti della
tua vita, e adesso, esaminandole, hai per la prima volta
un’immagine completa di tutto quello che accade in ogni
momento.
Spesso non è quello che hai pensato che succedesse, ed
è sempre più di quello che hai immaginato.
e dal Cap. 31
…vedi tutto ciò che c’e nella
“galleria d’arte”, tutte le esperienze della tua vita, e puoi
osservarle oggettivamente come se stessi sfogliando un
libro illustrato, o stessi guardando un film o studiando una
grande opera d’arte. La studi in ogni particolare, finché non
senti di averla capita. Poi passi all’immagine successiva, il
momento successivo, il “dipinto successivo”.
In questo modo, ti muovi attraverso e attorno a tutta la
galleria; ti assicuri di aver visto l’intera collezione. Ogni
momento è importante per te, perché ti rendi conto, mentre
esamini i singoli momenti della tua vita, che essi sono ciò
che hai utilizzato per creare la tua esperienza del Sé, e
presto deciderai come desideri ricreare il tuo Sé dal
principio.
Okay, aspetta un attimo. Sono confuso su un punto. So che è tutta una metafora e non veramente “com’è”–
— descrivere “com’è” senza usare una metafora
renderebbe virtualmente impossibile la tua comprensione.
Capisco. Ma, anche sapendo che questa è una metafora, devo “criticarla” un po’. C’è una cosa che non mi è chiara. Pensavo di aver “riguadagnato” la mia identità quando emergevo dall’Essenza, quando il mio “incontro con Dio” fosse terminato. Altrimenti, come saprei “chi sono”?
Lo sai.
E allora com’è che posso attraversare questa “retrospettiva della vita” e non sentire niente? Ho fatto delle cose piuttosto orribili, mi dispiace dirlo. Anche delle cose belle. Com’è che, se ho riguadagnato l’identità che avevo perso nei primi stadi della morte, non provo nessuna sensazione di tristezza, felicità o sofferenza, al riguardo?
Quando il tuo “incontro con Dio” si conclude, tu riacquisti
la tua consapevolezza dell’identità limitata che avevi
nell’ultima vita, vero, ma non ritorni in quella identità. Anzi,
sperimenti il tuo Sé in maniera più ampia, molto più
illimitata.
Nel Capitolo 31 continuo usando un’analogia per descrivere come è possibile per l’anima subire una tale “revisione della vita” senza provare alcun dolore o disagio mentre guardiamo le “scene” della nostra vita, ma conoscendo totalmente l’esperienza esatta che hanno avuto gli altri come risultato delle nostre scelte, parole, e azioni.
Spero che questo ti abbia chiarito le cose, Nikki. Grazie per avere scritto.
Sii benedetta…
∼
Con amore,
Neale