Cosa è ‘Giusto’ e Cosa è ‘Sbagliato’?

Una Nota da Neale

Miei cari amici…

Uno dei concetti più contorversi nei messaggi di CcD è l’idea che nell’universo di Dio non esista l’assolutamente giusto e l’assolutamente sbagliato.

La mente umana lo trova difficile da accettare. Se non esiste l’assolutamente giusto, come facciamo a sapere quando siamo sul sentiero che conduce a Dio? Con quale termine di misura valuteremo il nostro progresso? Con che determinazione sapremo quali dovrebbero essere le nostre azioni in ogni data circostanza? Come faremo a creare le nostre leggi? Cosa costituirà i nostri valori? E come giustificheremo l’inflizione delle nostre punizioni?

La difficoltà che alcune persone hanno col messaggio “né giusto né sbagliato” di CcD è che ritengono che il libro dica che dobbiamo eliminare “giusto” e “sbagliato” dal nostro modo di fare le cose, e non vedono come si possa procedere con un qualsiasi tipo di società ordinata se lo facciamo.

Riguardo al primo assunto, si sbagliano. Riguardo al secondo, hanno ragione. Non possiamo, dato il nostro attuale stato di evoluzione come specie, avere una società ordinata se abbandoniamo le nostre idee di “giusto” e “sbagliato”.

Ma la trilogia CcD non ci chiede di farlo. Non suggerisce nemmeno che sarebbe una buona cosa da provare. In realtà, fa esattamente l’opposto. Suggerisce che ci teniamo stretti i nostri valori, fino a quando vediamo che ci servono.

Lì è il punto-chiave. I valori sono valori solo finché sono validi. Una volta in questo paese si pensava che fosse una cosa valida bruciare le streghe sul rogo, e lo facevamo. Da allora, i nostri valori sono cambiati, e non lo facciamo più. Può darsi che spariamo ai medici nelle cliniche dell’aborto, e che giustiziamo gli assassini sulla sedia elettrica, ma non bruciamo più le streghe. Quindi si presume che la nostra società abbia fatto un passo avanti.

Il dialogo dice che “ogni atto è un atto di auto-definizione”. E’ esattamente attraverso le nostre scelte su ciò che attualmente riteniamo “giusto” o “sbagliato” che definiamo noi stessi come individui, e come società.

Quindi l’affermazione di CcD che “non esiste giusto o sbagliato” non è un motivo per abbandonare i nostri attuali concetti su cosa sia giusto o sbagliato. E’ un argomento perché ci sia chiaro che i nostri concetti sono esattamente questo; i nostri concetti. Rappresentano la nostra idea corrente sulle cose.

Questo non ha niente a che vedere con la realtà oggettiva. In altre parole, sarebbe inesatto suggerire che la ragione per cui dovremmo far nostri questi valori è perchè questi sono i valori di Dio.

Dio non ha valori. Nel senso che Dio pensi che una linea d’azione sia “giusta” e un’altra “sbagliata”, Dio non ha valori. Non ha preferenze in materia. Lei non siede in giudizio dicendo “Hai fatto questo, e io volevo che tu facessi quest’altro, quindi ora devi essere punito”.

Ripetutamente, CcD afferma che “il tuo volere è il volere di Dio”. Questo per molte persone è difficile da accettare. Significa, quasi letteralmente, che puoi fare qualsiasi cosa tu voglia, senza recriminazione da parte del Signore.

Quello che dobbiamo fare per dare un senso al messaggio di CcD “non esiste giusto o sbagliato” è decidere di smettere di usare la forza (economica, spirituale, fisica, emotiva) nel nostro tentativo di far accettare e adottare agli altri il nostro punto di vista sulle cose.

Ciò che ora ci permette di usare questa forza, e di farlo impunemente, è il nostro pensiero che, dopo tutto, “la ragione è dalla nostra parte”, e quindi siamo giustificati in qualsiasi cosa facciamo per farlo vedere agli altri.

E vediamo di esser chiari su qualcosa, o altrimenti anche questa discussione andrà ad impantanarsi nel fraintendimento. La ragione per non usare la forza non è che usare la forza sia “sbagliato”. La ragione per smettere di usare la forza è che non funziona. La guerra non funziona. Combattere e uccidere non funziona. Il ricatto economico non funziona. Non per una società che dice di voler vivere in pace ed armonia.

CcD, Libro 3, puntualizza che gli Esseri Altamente Evoluti (EAE) che vivono in civilizzazioni avanzate sono diversi dagli esseri umani in due modi. Primo, osservano ciò che è, e, secondo, fanno ciò che funziona. Nella maggior parte degli umani, osservare ciò che è e dire la verità su di esso, non è comune, e fare ciò che funziona è anche più raro.

Il punto qui è che gli EAE non hannno un sistema di valori basato su concetti artificiali come “giusto” o “sbagliato”, ma piuttosto su ciò che “funziona” e ciò che “non funziona” per la loro salute, per il loro benessere, per la loro felicità.

Se applicassimo qui questa regola empirica, tutto cambierebbe da un giorno all’altro.

Con amore,
Neale

 

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