Lettere a Neale
Caro Neale… so già di essere l’esperienza divina di ciò che è la vita. Il clero e la maggior parte della gente con cui parlo pensa che io sia blasfemo quando dico di essere Dio. So di esserlo e so che siamo un’unica cosa. E’ dura mettere in pratica l’amore incondizionato con persone che vogliono mettermi in croce per le mie credenze. Devo accettare la punizione o devo tenere la bocca chiusa? Blake
Neale risponde
Caro Blake… potresti trovare un modo più garbato per esprimere le tue convinzioni. “Io sono Dio” non viene accolto molto bene. Che ne dici di: “Io sono un Aspetto della Divinità”? O “Io sono un’Individuazione del Divino”?
Queste affermazioni vogliono dire la stessa cosa, ma non sono come affrontare una persona che creda nella Teologia della Separazione.
La Teologia della Separazione è una teologia che dice “io sono ‘qua’ e Dio è ‘là’ e i ‘due non saranno mai conciliabili’ finché io non muoio e Dio decide se sono stato bravo abbastanza da ritornare a ‘casa’ ed essere di nuovo ‘là’ con lui.”
Il problema con una Teologia della Separazione è che genera una Cosmologia della Separazione. E cioè, una maniera cosmologica di guardare tutta la vita come se ogni cosa fosse separata da ogni altra. E una Cosmologia della Separazione produce una Sociologia della Separazione. E cioè un modo di socializzare che separa ogni persona da ogni altra persona dichiarando che hanno interessi separati. E una Sociologia della Separazione genera una Patologia della Separazione. E cioè, comportamenti patologici di auto-distruzione, messi in atto individualmente e collettivamente ed evidenziati ovunque sul nostro pianeta nel corso della storia umana.
Dire “Io sono Dio” crea ulteriore separazione, Blake, poiché la maggior parte della gente non pensa di esserlo. Dire “Sono parte di Ciò che è Divino”, o.. “Sono un Aspetto della Divinità” è molto più digeribile. La maggior parte della gente si sentirebbe a proprio agio con qualcuno che si esprime così.
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Con amore,
Neale