L’educazione dei bambini: è una questione di scelta

PASSIAMO ad un altro argomento. Avevi promesso di parlare di alcuni aspetti generali della vita sulla Terra Sì. Voglio che questo secondo volume affronti alcuni dei problemi più importanti del vostro Pianeta. E non ce n’è uno più grande dell’educazione dei figli. Ovviamente tutto è relativo, e Io non esprimo giudizi, ma tra ciò che dite e fate in proposito c’è un forte scarto. Capisco. Lo so. Ma forse ci sarà un momento, forse anche prima della fine di questo libro, in cui mi accuserai di giudicare. Non lo farei mai! Vedremo. Per tornare al punto, ho osservato che moltissimi hanno frainteso il significato, lo scopo e la funzione dell’educazione, nonché del modo migliore in cui impartirla. È un’affermazione forte. Puoi spiegarti meglio? Gran parte dell’umanità ha deciso che lo scopo dell’educazione è trasmettere la conoscenza, generalmente quella accumulata da una determinata famiglia, tribù, società o Nazione. Ma in realtà l’educazione non ha molto a che vedere con la conoscenza. Davvero? Avrei detto il contrario. E con che cosa ha E che fare, allora? Con la saggezza. Con la saggezza? Proprio così. D’accordo, mi arrendo. Qual è la differenza? La saggezza è conoscenza applicata. Perciò non dovremmo dare ai nostri figli la conoscenza, ma la saggezza. Innanzi tutto, non si deve ignorare la conoscenza a favore della saggezza, sarebbe un errore fatale. Ma non bisogna neppure fare il contrario; ciò ucciderebbe l’educazione, come di fatto sta accadendo sul vostro Pianeta. Intendi dire che stiamo tralasciando la saggezza per la conoscenza? Esatto. Per lo più insegnate ai vostri figli che cosa pensare, invece di come. Puoi spiegarti meglio, per favore? Certo. Quando date la conoscenza ai bambini, dite loro che cosa pensare, rivelate loro ciò che credete che debbano sapere, quella che ritenete la verità. Se invece date ai figli la saggezza, non inculcate ciò che devono sapere o ciò che è vero, ma insegnate come arrivare da soli alla loro verità. Ma senza conoscenza non può esserci saggezza. È vero, infatti ho detto che non bisogna trascurare la conoscenza in favore della saggezza. Ma bisogna cercare di trasmetterne meno possibile da una generazione all’altra. Lasciate che i bambini la scoprano da soli. Sappiate che la conoscenza si perde, ma la saggezza non si dimentica mai. Quindi le nostre scuole dovrebbero insegnare il meno possibile? Dovrebbero piuttosto spostare l’attenzione dalla conoscenza alla saggezza. Oggi molti genitori considerano pericolose le lezioni di pensiero critico e di logica, e a ragion veduta, dato il loro modo di pensare. Perché se i bambini riescono a sviluppare dei processi mentali autonomi, molto probabilmente abbandoneranno la morale, gli standard e il genere di vita dei loro genitori. Per proteggere il vostro modo di vivere avete costruito un sistema educativo basato sullo sviluppo dei ricordi, invece che delle capacità. Ai bambini insegnate a ricordare i fatti e gli schemi mentali della società cui appartengono, invece di guidarli alla scoperta delle loro verità personali. Credi che mentiamo ai nostri figli? Certamente. Basta prendere in mano un manuale di storia per rendersene conto. La storia è scritta da persone che presentano il mondo da un particolare punto di vista, e ogni tentativo di allargare la visione è rifiutato e definito “revisionista”. Gran parte della storia è scritta per spiegare ai bambini non ciò che è successo, ma il modo in cui voi giustificate l’accaduto. Devo farti un esempio? Sì. Negli Stati Uniti non insegnate ai vostri figli tutto ciò che c’è da sapere sulla decisione di sganciare le bombe atomiche su due città giapponesi, uccidendo centinaia di migliaia di persone e provocando malattie terribili, ma spiegate i fatti nel modo in cui volete che li vedano. Se qualcuno cerca di riequilibrare i giudizi considerando anche il punto di vista dei giapponesi, strillate, vi arrabbiate e chiedete che le scuole non pensino nemmeno di includere quelle opinioni nella presentazione degli eventi. Così facendo non insegnate storia, ma politica. La storia dovrebbe essere un racconto esauriente di ciò che è accaduto. La politica, invece, è sempre il punto di vista di qualcuno. La storia rivela, la politica giustifica, la storia scopre, la politica copre e racconta soltanto un aspetto degli eventi. Non volete che i vostri figli vengano a conoscenza dei fatti, ma che apprendano il vostro punto di vista. Credo che Tu stia esagerando. Davvero? La maggior parte di voi non vuole che i bambini sappiano neppure le realtà elementari della vita. Quando le scuole iniziarono a spiegare il funzionamento dei corpo umano ci fu una reazione furiosa da parte dei genitori. Adesso non bisogna dire ai bambini come si trasmette l’AIDS. Certo, insegnate loro dal vostro punto di vista come evitare la malattia, ma non esporreste mai i fatti nudi e crudi, lasciandoli decidere da soli. I bambini non sono pronti a questo, devono essere guidati. Hai dato un’occhiata al tuo mondo ultimamente? Sì, perché? È il risultato di come avete guidato i vostri figli. No! Se il mondo è marcio non è perché abbiamo cercato di inculcare nei nostri ragazzi i vecchi valori, ma perché abbiamo permesso loro di farsi influenzare dalle idee moderne. Ne sei convinto? Certo! Se avessimo tenuto fuori delle scuole il cosiddetto “pensiero critico” e l’educazione sessuale, ora non vedremmo tante ragazze madri diciassettenni in coda per ricevere il sussidio di disoccupazione, in una società senza più valori. Se avessimo insistito per imporre la nostra morale, invece di lasciare che i giovani si creassero la loro, l’America non sarebbe una penosa imitazione della grande Nazione che era. E non dirmi che ciò che abbiamo fatto a Hiroshima e Nagasaki era “sbagliato”. Abbiamo posto fine alla guerra, no? Abbiamo salvato migliaia di vite, da entrambe le parti. È stata una decisione difficile, ma andava presa. Così è la guerra. Capisco. Sì, certo. Ma noi non dobbiamo riscrivere la nostra storia. Ciò di cui abbiamo davvero bisogno è un ritorno I bambini non sono pronti a questo, devono essere al passato, ai valori dei nostri padri! Hai finito? Sì. Come sono andato? Abbastanza bene. Questo