02.1 Il sé egoico
Un Nuovo Mondo di Eckhart Tolle
Tratto dal capitolo 2, pagine 31 – 35
Appunti di Katia Toninelli
Ogni cosa che noi conosciamo ha uno specifico nome, ed è attraverso quello che noi ci rapportiamo con essa. Conoscerne il nome, non significa però allo stesso modo conoscerne la natura intrinseca, il mistero, ma semplicemente significa averle dato un etichetta.
Andare oltre l’apparenza superficiale di ogni cosa, di un oggetto, di un fiore, di una pietra, ci permette infatti di poter avere una connessione profonda con essa, di meravigliarci di essa, e poiché ogni cosa è collegata, scoprire il messaggio che rispecchia la nostra essenza.
Il tema di questo libro è proprio quello di andare oltre le etichette, di sperimentare il nostro sé essenziale, oltre le parole nelle quali ci identifichiamo, e rimaniamo invischiati. Più abbiamo l’abitudine di attaccare etichette verbali o mentali a persone e a situazioni, più la nostra realtà si rivela piatta e superficiale, e ci allontaniamo da quel miracolo che è la vita, e che porta con sè: gioia, amore e creatività. Il pensiero e la parola ci possono far progredire in intelligenza, ma la saggezza è un altra cosa.
“Io” è sicuramente una delle parole più usate, ma è allo stesso tempo quella che crea più fraintendimento. Rappresenta una errata percezione di chi siamo, un atto riduttivo della nostra vera essenza, un senso illusorio di identita’. Questo, questo grande errore viene definito: ego.
Ma il riconoscimento dell’illusione è anche la sua fine, quando vediamo quello che non siamo, la realtà che siamo emerge spontaneamente.
Oltre a “io” le parole che creano maggiore identificazione sono “me” e “mio”, attraverso queste attribuiamo un particolare senso alle cose, ma soprattutto ai pensieri che rappresentano quelle cose, e da questa identificazione nasce così un senso di identità. Così facendo diventiamo un genere con le cose che possediamo, con il corpo percepito dai sensi, con la nazionalità, la religione, la professione, ecc…
Ci identifichiamo con i ruoli: moglie, marito, padre, madre, zia.
Alcune persone sono totalmente inconsapevoli di questa costruzione mentale, di questo “sé egoico” che viene alimentato dal nostro “io”.
La maggior parte dell’umanità è totalmente identificata con un incessante flusso mentale di pensieri incontrollati, in gran parte ripetitivi e senza senso. È possibile comunque risvegliarsi, molti sperimentano uno spontaneo spostamento di identità dall’essere il contenuto della loro mente, all’essere la consapevolezza che c’è dietro. Una volta risvegliati si userà ancora questa parola: “io”, ma verrà da uno spazio interiore più profondo, e sempre più lascerà campo ad una consapevolezza diversa, e ad una disindentificazione dei pensieri.
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